Sintesi
breve, di 80 pagine di un programma con alcune delle principali linee
guida, riguardante i macro aspetti della nostra regione, nel delicato
tentativo di non sminuire un lavoro a cui tanti hanno dedicato il
proprio tempo, attitudini ed esperienze, tenendo sempre presente che
si parla di Lombardia, motore con un potenziale e ruolo europeo da
rivendicare, regione con una ricchezza data dalla sua storia, dalla
propria cultura, dai suoi inestimabili patrimoni e naturalmente
anche per i suoi 10 milioni di abitanti.
LAVORO
Il lavoro che nella costituzione rappresenta un diritto, oggi
purtroppo si è trasformato piano piano, in una speranza che rende
ostaggi di una sicurezza mancante verso il futuro e invece dovrebbe
essere la garanzia dove basare i progetti. Servono nuovi modelli di
collaborazione tra i diversi soggetti imprenditoriali,
l’incentivazione dell’apprendistato professionalizzante, la
rigenerazione del sistema produttivo e riforme mirate che facciano
ripartire la grande forza lavoro della nostra regione.
LEGALITA'
A braccetto con il lavoro c’è purtroppo una piaga che, per
tradizioni e origini, riguardava soltanto la parte più meridionale
dello stivale, mentre ora sta ramificando i suoi tentacoli anche qui
al Nord e soprattutto da noi: si tratta dell’andrangheta e di tutte
le forme di illegalità che girano intorno specialmente ai vari
settori trainanti dell’economia, come l’edilizia dei grandi
appalti pubblici. I numeri purtroppo parlano chiaro: la Lombardia è
la quarta regione come beni confiscati alla mafia, ed il capoluogo
milanese vanta un poco invidiabile terzo posto come città per beni
confiscati ad attività illecite, quindi è impegno di tutti fare la
propria parte, in termini etici di responsabilità, imparando la
sobrietà e il dovere dell’onestà, qualità umane in via
d’estinzione.
EXPO2015
Siamo lanciati verso questo avvenimento internazionale di
grande significato culturale e per noi grande occasione di offrire
proposte turistiche; purtroppo evento gestito fino a d’ora con
troppa leggerezza. E’ un’occasione unica da sfruttare al meglio,
l’Expo non è solo Milano è un avvenimento che coinvolge tutti,
che dura sei mesi e raccoglie l’adesione di più di cento paesi.
Qualche cosina da fare forse ci sarebbe ancora, implementare il
collegamento veloce tra aeroporti e stazioni, coinvolgere già da ora
tutte le strutture alberghiero - ricettive delle nostre stupende
vallate; questo evento non ci deve trovare impreparati.
ETICA POLITICA
Abbiamo oggi troppi modelli che degradano il fattore umano
alla sola funzionale produttiva; l’impegno politico deve riuscire a
contrastare le paure e a realizzare le speranze di ogni essere umano.
E’ nostro impegno, ora più che mai, avvicinare la gente ad un
rapporto di fiducia verso lo strumento politico, istituire organi
sempre più qualificati e affidabili, in grado di garantire
vigilanza, totale trasparenza e concreta tutela contro gli abnormi
costi della politica. Abbiamo cercato di dare un senso a queste
parole anche nella nostra campagna elettorale, cercando di limitare
i suoi costi al minimo indispensabile, per avere sufficiente
visibilità sul territorio, ma scegliendo una sobrietà che contrasti
l’ostentazione del denaro e del potere.
TERRITORIO
e DISABILITA’
Veniamo
ora agli ambiti che per provenienza e condizione mi stanno più a
cuore: le nostre montagne e la condizione di disabilità.
TERRITORIO
Dell’enorme patrimonio lombardo credo senza mezzi termini che le
nostre vallate, ricche di tradizioni, artigianato, proposte di
soggiorno in posti incantevoli, siano una delle maggiori attrattive
turistiche per un’offerta europea. Grazie alla sua conformazione
geografica, la Lombardia avrebbe la possibilità di avviare progetti
pilota per l’efficienza energetica attingendo da una risorsa a
costo zero quale l’acqua. Esistono e sono funzionanti esempi di
energia verde, ma nelle politiche energetiche a tutela del
territorio, serve un piano Territoriale Regionale di vasta scala,
serve una regia pianificatrice fatta di enti che funzionino in
coesione e che garantiscano incentivi economici per investimenti a
favore dei servizi collettivi, bisogna far nascere un Sistema
Economico Montano, un Assessorato Montano riconosciuto e sostenuto
per ridurre gli svantaggi competitivi: passando dall’assistenza
alla promozione, tenendo conto delle novità europee a supporto dello
sviluppo, perché anche questo è un modo per generare posti di
lavoro e tutelare il territorio. L’attrattiva turistica
territoriale necessiterebbe di collaborare con enti regionali di
massima efficienza e di ottenere adeguati finanziamenti, perchè la
crisi stagnante dell’economia sta portando alla chiusura di imprese
che per anni hanno supportato il turismo e il lavoro. Ci sono molte
stazioni sciistiche che chiudono i battenti o che non si possono
permettere l’ammodernamento delle strutture per i costi
esorbitanti e gli scarsi introiti commerciali che frenano gli
investimenti. E’ un momento delicato per il turismo e il turismo
dalle nostre parti rappresenta il lavoro di buona parte della gente:
lo sforzo da fare è tanto ma anche la voglia di provarci. E’ di
pochi giorni fa, piccola parentesi polemica, la triste notizia - per
gli amanti del ciclismo come me - della cancellazione della gara
ciclistica Internazionale “Felice Gimondi”, e questo per
l’impossibilità di garantire la sicurezza delle strade da parte
della nostra Provincia, a causa della mancanza di fondi. Anche questo
dovrebbe farci riflettere adesso che ci avviciniamo al voto: solo
per i Campioni che la terra Bergamasca ha regalato allo sport, questo
davvero non lo meritiamo.
POLITICHE SOCIALI
In teoria ogni individuo attivo deve poter
trarre i mezzi di sussistenza per sè e per la propria famiglia dalla
remunerazione che deriva dal lavoro, ma non in tutti casi è così,
vuoi per condizioni personali o di salute, e questo crea
emarginazione e profonda frustrazione. Le politiche sociali non
bastano e il nostro sistema assistenziale va riformato; l’ultimo
tentativo risale al lontano 2000. Stiamo mutando, lo dimostra la
nascita di nuove forme di dipendenza, forse in parte volute, forme
diaboliche, come la dipendenza dai videopoker o dai gratta e vinci…
Ma dobbiamo tentare una risposta nuova, nonostante i cattivi esempi,
anche fuori casa, come il nuovo ospedale di Bergamo, nato subito
male, con costi di partenza nel tempo vertiginosamente lievitati,
slittamenti di apertura e - oggi che è aperto - privo linee di
collegamento per raggiungere il nosocomio, disservizio a cui bisogna
rimediare subito.
DISABILITA'
Questa è la tematica che sento di avere più a cuore, naturalmente
perché la vivo in prima persona. Ritengo la diversità il sale della
vita e se si tenta di espellerla, ci si priva della stessa forza
vitale. Disabilità: ambito dove purtroppo le famigerate barriere
architettoniche rappresentano forse il problema minore, perchè le
barriere più invalicabili sono altre, conosciute solo da chi vive la
condizione di diversità nel quotidiano: le leggi sull’inserimento
del lavoro a tutela del disabile vengono sistematicamente raggirate,
e le sanzioni applicate sono irrisorie; le imprese non credono nella
categoria dei disabili come lavoratori, ritenendo un disabile un peso
improduttivo e preferendo spesso il pagamento della sanzione
all’assunzione. Servono liste di collocamento mirate in base alle
capacità del soggetto, perché le capacità esistono, ma non vengono
prese in considerazione. Vorrei una legge sul diritto allo sport del
disabile, che consentisse l’acquisto delle attrezzature, favorendo
l’integrazione sociale e la crescita di autostima, elementi a cui
non si può rinunciare, considerando la debolezza in generale della
categoria. Serve la semplificazione burocratica per i soggetti più
deboli, perche oltre a trovarsi di fronte a difficoltà materiali,
non debbano anche subire il peso di passaggi infiniti tra uffici e
ambulatori, tra persone sorde a chi chiede aiuto. Adesso serve
cambiare. A partire da un tema complicato, il differente trattamento
riservato ai disabili da due enti assistenziali: l’Inail ( che è
un ente assicurativo) e l’Inps ( che è un ente previdenziale). I
disabili vanno trattati alla pari, indipendentemente dal fatto che
siano disabili per incidente sul lavoro o per altro motivo. Serve
coraggio per cambiare, serve voglia di abbattere le differenze.
CONCLUSIONI
Siamo di fronte ad una opportunità di radicale cambiamento, dove
mettersi in gioco è una cosa già propositiva, anche se non conforta
certamente il dato dei sondaggi a proposito della scarsa o
addirittura totale mancanza di conoscenza di questa tornata
elettorale da parte dei giovani tra i 18 e i 24 anni. Credo comunque
che la gente saprà scegliere nella maniera migliore e finalmente con
grande ottimismo.
Grazie
Giordano.